Il Nostro Papa
Il Nostro Papa
Il nostro Papa ripercorre la storia della famiglia Bergoglio a partire dalle loro origini italiane e dalla loro emigrazione in Argentina, che li ha visti scampare un terribile naufragio, passando per l'infanzia, la vocazione e la crescita dell'uomo che molti anni dopo sarebbe diventato Papa Francesco. Nel documentario, un attore, Iago Garcia, molto noto in Spagna e Argentina e ben conosciuto anche in Italia, è stato chiamato a interpretare il giovane Jorge Mario Bergoglio: Papa Francesco. Il suo desiderio di prepararsi al meglio per un ruolo tanto difficile lo porta a ripercorrere le origini e l’infanzia di Jorge Mario, divisa fra Italia e Argentina e strettamente legata al tema dell’immigrazione.Attraverso viaggi, incontri e interviste, l’attore apprenderà cosa c’è all’origine della figura e del pensiero di quello che oggi è il nostro papa.
Dichiarano gli autori nelle note di regia: ‘La nostra sembra una favola, ma non lo è: è quanto accaduto alla famiglia di Francesco e allo stesso Papa, un uomo che per impegno e dedizione merita solo rispetto e attenzione, ma anche una sconfinata ammirazione per la sua semplicità e la sua determinazione a cambiare lo stato delle cose. Per i poveri, certo, ma anche per gli umili, gli offesi, i piccoli, i deboli, gli uomini e le donne che non godono della protezione di niente e di nessuno’, e ancora: ‘È il racconto delle origini del Papa: una sorta di prequel ideale a quanto sappiamo o crediamo di conoscere di lui, ma anche un’esplorazione emotiva e razionale del senso ultimo delle cose e di come il figlio di immigrati italiani costituisca, oggi, una delle voci di speranza in un mondo grigio e dominato dall’incertezza’.
Spagnoli non può essere presente in conferenza, in quanto in missione in Cina per conto del MIAC. Manda però un messaggio in cui specifica che il film è "dichiaratamente Wendersiano. Parla di un attore alla ricerca di un personaggio che scopre infine qualcosa di sé stesso, e che aveva paura di conoscere. Le doti di Francesco sono la discrezione, l'umanità e l'essenzialità, che sono la cifra della sua vita oltre che del suo papato".
"Il papa ha molto apprezzato il libro che gli ho dedicato - dice Lupi - gli faremo vedere il film molto presto, spero che riesca nei prossimi giorni. Sono nata da questa parte del Mediterraneo e dunque sono colpita dalle storie di chi è costretto a fuggire dal proprio paese per cercare un futuro migliore, o anche solo un futuro, per sé e per i suoi figli. Mi ha colpita in particolare l'incidente della Principessa Mafalda, nave affondata al largo del Brasile per cui i nonni e il papà di Bergoglio avevano il biglietto. Non riuscirono a vendere in tempo quello che possedevano per cui cambiarono imbarco. E' come se ci fosse già in atto un disegno divino per salvare il papa e portarlo sul trono di Pietro. Lui questo sentore ce l'ha. Si chiede sempre 'perché non io' e poi conosce i racconti di casa che i suoi genitori gli hanno lasciato. Sua nonna ha voluto che lui imparasse a cucinare la bagnacauda e a parlare in italiano. Quell'italiano un po' sporco ma tenero di quando dice 'hanno trovato un papa dall'altra parte del mondo', la sera dell'investitura, e che abbiamo ritrovato perfettamente nella pronuncia di Iago".
"L'esperienza mi appartiene - dice l'attore - mi sono molto identificato. Ho due zie in Argentina e il genere docu-film ci ha permesso di andare fuori dalle righe e scoprire cose nuove, ho visto attraverso i panni degli altri la storia della mia famiglia e il mio percorso. Il messaggio che porta Papa Francesco è sempre quello del 'tu' e non dell'io'. E' la sua filosofia. E' un papa con cui ci si identifica: ama il calcio, la cucina, il cinema. Prima si giocava sempre sul distacco. Bergoglio sembra uno di noi. Ed è dalla parte dei poveri e di quelli a cui nessuno vuole dare una possibilità".
"Abbiamo scelto di raccontare Bergoglio nella parte della sua storia che in pochi conoscono - aggiunge il produttore Mario Rossini - fino ai vent'anni. Nel film Iago è un attore che deve imparare a personificare il papa, alla fine lo vediamo con un abito talare, ma è tramite lui che arriviamo a documentarci sul percorso del papa e della sua famiglia".
Moderatore della conferenza, nonché 'voce' e personaggio chiave del documentario, è il giornalista genovese Massimo Minella. Una larga porzione di film si svolge infatti nella città ligure, dal cui porto tantissimi italiani sono partiti per cercare lavoro e fortuna all'estero. C'è un museo dedicato, che viene visitato da Iago insieme a Minella. "Seguo la vicenda di Bergoglio - dice - dalla sera della sua investitura, e in particolare sono interessato all'emigrazione italiana in Argentina. C'è un Centro Studi sulla migrazione italiana che si chiama Cisei e ha un sito molto agile. Scrivendo un cognome si risale facilmente alle origini e quindi rintracciare nonna, nonno e papà Bergoglio è stato facile. E' una ricerca della memoria ma non in maniera retorica, la chiave è la conoscenza del passato".
Dichiarano gli autori nelle note di regia: ‘La nostra sembra una favola, ma non lo è: è quanto accaduto alla famiglia di Francesco e allo stesso Papa, un uomo che per impegno e dedizione merita solo rispetto e attenzione, ma anche una sconfinata ammirazione per la sua semplicità e la sua determinazione a cambiare lo stato delle cose. Per i poveri, certo, ma anche per gli umili, gli offesi, i piccoli, i deboli, gli uomini e le donne che non godono della protezione di niente e di nessuno’, e ancora: ‘È il racconto delle origini del Papa: una sorta di prequel ideale a quanto sappiamo o crediamo di conoscere di lui, ma anche un’esplorazione emotiva e razionale del senso ultimo delle cose e di come il figlio di immigrati italiani costituisca, oggi, una delle voci di speranza in un mondo grigio e dominato dall’incertezza’.
Spagnoli non può essere presente in conferenza, in quanto in missione in Cina per conto del MIAC. Manda però un messaggio in cui specifica che il film è "dichiaratamente Wendersiano. Parla di un attore alla ricerca di un personaggio che scopre infine qualcosa di sé stesso, e che aveva paura di conoscere. Le doti di Francesco sono la discrezione, l'umanità e l'essenzialità, che sono la cifra della sua vita oltre che del suo papato".
"Il papa ha molto apprezzato il libro che gli ho dedicato - dice Lupi - gli faremo vedere il film molto presto, spero che riesca nei prossimi giorni. Sono nata da questa parte del Mediterraneo e dunque sono colpita dalle storie di chi è costretto a fuggire dal proprio paese per cercare un futuro migliore, o anche solo un futuro, per sé e per i suoi figli. Mi ha colpita in particolare l'incidente della Principessa Mafalda, nave affondata al largo del Brasile per cui i nonni e il papà di Bergoglio avevano il biglietto. Non riuscirono a vendere in tempo quello che possedevano per cui cambiarono imbarco. E' come se ci fosse già in atto un disegno divino per salvare il papa e portarlo sul trono di Pietro. Lui questo sentore ce l'ha. Si chiede sempre 'perché non io' e poi conosce i racconti di casa che i suoi genitori gli hanno lasciato. Sua nonna ha voluto che lui imparasse a cucinare la bagnacauda e a parlare in italiano. Quell'italiano un po' sporco ma tenero di quando dice 'hanno trovato un papa dall'altra parte del mondo', la sera dell'investitura, e che abbiamo ritrovato perfettamente nella pronuncia di Iago".
"L'esperienza mi appartiene - dice l'attore - mi sono molto identificato. Ho due zie in Argentina e il genere docu-film ci ha permesso di andare fuori dalle righe e scoprire cose nuove, ho visto attraverso i panni degli altri la storia della mia famiglia e il mio percorso. Il messaggio che porta Papa Francesco è sempre quello del 'tu' e non dell'io'. E' la sua filosofia. E' un papa con cui ci si identifica: ama il calcio, la cucina, il cinema. Prima si giocava sempre sul distacco. Bergoglio sembra uno di noi. Ed è dalla parte dei poveri e di quelli a cui nessuno vuole dare una possibilità".
"Abbiamo scelto di raccontare Bergoglio nella parte della sua storia che in pochi conoscono - aggiunge il produttore Mario Rossini - fino ai vent'anni. Nel film Iago è un attore che deve imparare a personificare il papa, alla fine lo vediamo con un abito talare, ma è tramite lui che arriviamo a documentarci sul percorso del papa e della sua famiglia".
Moderatore della conferenza, nonché 'voce' e personaggio chiave del documentario, è il giornalista genovese Massimo Minella. Una larga porzione di film si svolge infatti nella città ligure, dal cui porto tantissimi italiani sono partiti per cercare lavoro e fortuna all'estero. C'è un museo dedicato, che viene visitato da Iago insieme a Minella. "Seguo la vicenda di Bergoglio - dice - dalla sera della sua investitura, e in particolare sono interessato all'emigrazione italiana in Argentina. C'è un Centro Studi sulla migrazione italiana che si chiama Cisei e ha un sito molto agile. Scrivendo un cognome si risale facilmente alle origini e quindi rintracciare nonna, nonno e papà Bergoglio è stato facile. E' una ricerca della memoria ma non in maniera retorica, la chiave è la conoscenza del passato".
Genere: Documentario
Regia: Tiziana Lupi, Marco Spagnoli
Cast: Iago Garcia, Manuela Fernández Vivian, Guillermo Auterio, Marcelo Saltal
Data Uscita:16 dicembre 2019
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